Archivio mensile:dicembre 2020

“Oriana Fallaci: il Vietnam, l’America e l’anno che cambiò la Storia”

Ieri ho finito di leggere il fumetto sulla Fallaci uscito qualche settimana fa in allegato al Fatto Quotidiano ed edito da Paper First, “Oriana Fallaci: il Vietnam, l’America e l’anno che cambiò la Storia”. Autrici: la giovanissima Michela Di Cecio per la grafica ed Eva Giovannini giornalista del Fatto.

Premesso che questa opera è la prima puntata di una collana dedicata alle Donne sul Fronte, e quindi vada inserita come parte di una visione di insieme, non mi ha soddisfatta.

La grafic-novel si rifà apertamente al romanzo “Niente e Così sia”, crudo e intenso documento dell’esperienza diretta della Fallaci durante la guerra in Viet-Nam.

La struttura ospita vari testi: intervista, grafic-novel, epilogo (spiegone?), altra intervista, piccolo cammeo dell’illustratrice.

L’apertura con l’intervista a Phan Thị Kim Phúc ci sta tutta, lei diventata famosa suo malgrado per la foto in cui è ritratta da bambina, nuda perché il napalm le ha bruciato i vestiti addosso. Poi inizia la grafic-novel. Per tutto il tempo ho avuto la sensazione che mancasse qualcosa. Intendiamoci, sintetizzare una storia come quella del Viet-nam in una grafic-novel, è quasi impossibile, e anche sintetizzare o rielaborare un libro come “Niente e così sia”, non è impresa facile, ma.. Ma la storia è trattenuta e lievemente schierata, le immagini sintetizzano e rimediano in maniera splendida alcuni passi salienti documentati dalla Fallaci, poi si interrompe, passa capitolo, vagheggia, oppure spiega tanto chi era Tizio e chi era Caio, ma sopratutto stringe e alla fine è una specie di riassunto trattenuto, come se chi l’ha realizzato fosse rimasta in apnea per tutto il tempo, forse con la paura di sbagliare. Termina con un lungo epilogo che ha più che altro la consistenza dello spiegone, su come il lettore in definitiva si debba orientare, e cosa debba pensare sul Viet-Nam, sia mai che abbia dei pensieri tutti suoi e che possa giudicare da sé anche se l’argomento è complesso.

Interessantissima invece, l’intervista a Furio Colombo, che è decisamente al livello-qualità delle testimonianze di Fallaci sul Viet-Nam.

Infine, spunta un piccolissimo cammeo fumettato della Di Cecio, autobiografico. Toh, sembra proprio che gli altri autori del volume le abbiano suggerito di limitare i particolari!! Ma guarda un po’, la mia sensazione non era sbagliata.

A Michela auguro di non trattenersi più, di sperimentare e anche di sbagliare ma di testa sua!!

Alla Giovannini e a quelli del Fatto e di Paper First, di avere più fiducia nei propri lettori, che così sminuite un buon prodotto e anche la voglia di leggervi.