PATER, PATRIA, PATER FAMILIA

Il 19 aprile era la festa del papà, i social inondati di foto e frasi di ringraziamento e orgoglio verso questa specie di supereroe per tantissime figlie e figli ogni anno mi turba, non so mai se sia ostentazione narcisista o reale ammirazione e gratitudine. E a proposito di papà e genitori in generale, qualche giorno prima, il governo Meloni, tramite la ministra Roccella, ha deciso di bloccare la registrazione automatica all’anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali. In pratica il genitore biologico viene considerato vero genitore mentre l’altro genitore viene declassato ad “adottante” in casi particolari. Ufficialmente la norma è stabilita per disincentivare la GPA (gestazione per altri) che in Italia è già proibita, ma nella pratica gli unici a rimetterci saranno i bambini di queste coppie. Dai problemi pratici nella vita di tutti i giorni, come ritirare il bambino da scuola, a forme più gravi di discriminazione nei casi di decesso del genitore biologico, in cui questi bambini rischiano di ritrovarsi di punto in bianco senza entrambi i punti di riferimento genitoriali con cui sono cresciuti e a cui vogliono bene. Nel tentativo di confondere le acque con la demonizzazione della GPA, il governo ha ben pensato di infliggere la punizione per le coppie omosessuali ai figli delle stesse, a mo’ di karma deciso dallo Stato.

Chiariamoci, si può essere contro la GPA, anche io lo sono. Dopo anni di lotte per l’emancipazione femminile e il riconoscimento del corpo della donna, come appartenente a una persona e non a una cosa a disposizione dell’uomo, tornare ad una pratica che lo rende nuovamente un oggetto mercificabile spacciandola per libertà di scelta, diciamo che mi rende quantomeno scettica. Qui però si va oltre le opinioni personali, si confonde il prima col poi, e si punisce l’innocenza di questi bambini e il diritto a crescere amati da qualcuno. Quanto il patriarcato sia messo in discussione in questo secolo è sotto gli occhi di tutti, ma è duro a morire il bisogno di supremazia e punizione di chi ancora crede che questa sia l’unica società possibile perché non ne vede altre, e che si vede crollare il sistema sotto ai piedi. Un nuovo sistema di famiglia mette e rischio il suprematismo maschile sia nella generatività che nel riconoscimento della famiglia, nonostante il ruolo di capofamiglia sia stato abolito dalla legge nel 1975. Così, come accade nel mondo integralista islamico, se l’uomo non è quello che decide e protegge sottomettendo, così in Italia oggi, se non è il maschio eterosessuale a mantenere le regole dell’ordine, almeno simbolicamente,  bisogna punire, perché le cose che non sono di proprietà/patria potestà di qualcuno, allora non sono di nessuno e tutto il sistema è a rischio. E i bambini di questi legami non-patriarcali sono “di nessuno” e perciò punibili a stregua di esempio.

Non poteva capitare miglior governo per uno schiacciamento dei diritti dei più deboli, ma anche i governi precedenti, o i politici progressisti o che si spacciano per sinistra, non sono da meno. Tutto si muove perché nulla cambi. E così la Meloni è riuscita ad arrivare al potere, così il PD non riesce a risolvere la parità di genere al suo interno, così chi decide i nostri destini in Europa attua politiche che legittimano la supremazia della forza rispetto all’equità, e così vengono legittimate guerre distopicamente definite “necessarie per la pace”, ed è così che le donne al potere spesso sono lì soltanto perché hanno cavalcato le onde condividendo gli stessi principi di forza, senza aver scardinato un bel niente del sistema.

Anche gli intellettuali oggi sono allineati in una tifoseria senza un barlume di senso critico o di visione alternativa e così nessuno analizza o apporta alcun beneficio alla discussione sulla decadenza di questa società paternalista e patriarcale, dove la donna, suo malgrado è riuscita a progredire acquisendo competenze aggiuntive alla sua situazione di partenza, arrivando ad avere una personalità più piena e una comprensione migliore di sé e del mondo, mentre l’uomo è rimasto al palo. La figura del padre (per come è stata concepita fino ad oggi) sta decadendo e con lui questa società profondamente ingiusta. L’uomo non è mai stato così insicuro come in questo momento storico: crollano gli archetipi che valevano in una società occidentale chiusa ma che oggi inevitabilmente sono cambiati, viene meno il tacito consenso femminile alla sottomissione, scompare l’unica immagine disponibile del maschile. E c’è qualcuno che ancora una volta riesce a dare la colpa di questa crisi, alla madre e alla donna, spacciandolo per concetto nuovo, attaccandosi tra l’altro proprio agli archetipi, coccolando gli angeli del focolare, che magari han fatto una vita infame senza la gratitudine di nessuno e non vedevano l’ora di sentirsi dire che son state brave. Ma guai a parlare di come uscire da questo limbo che costringe l’uomo a rimanere tra la clava, ormai obsoleta anche per i maschilisti duri e puri, e la durissima a morire paura di essere una femminuccia, senza parlare mai di emozioni che poi esplodono in femminicidi o depressioni feroci.

E grazie a questa crisi, ritornano ideologie già testate per inefficacia e ingiustizia ma così rigide che danno sicurezza, manifestandosi in piccoli ma letali provvedimenti che complicano la vita al prossimo. Ora, mentre aspettiamo che la società si aggiorni, che i politici si facciano un esame di coscienza, e magari qualcuno abbia il coraggio di dire e di fare qualcosa, possiamo permetterci ancora di distruggere anziché aggiustare? Di non prenderci nessuna responsabilità e punire chi non ha colpa perché abbiamo paura di una società diversa? Io direi anche basta. Lasciamo vivere in pace i bambini anche se non accettiamo come sono venuti al mondo o da chi. Forse così, ma solo forse, potremmo costruire una società migliore.

Un pensiero su “PATER, PATRIA, PATER FAMILIA

  1. ottavanotablog

    Condivido in pieno tutto ciò che lei ha detto sia su questo governo da nazifascista che sulla festa del papà, visto che turba anche me per motivi personali (il padre non ce l’ho più da anni), e quindi la trovo una festa discriminatoria anche verso chi il padre non ce l’ha più

    Rispondi

Lascia un commento